D'Ambrosi ("Caldrèri")

LA FAMIGLIA D’AMBROSI (“Caldrèri”)

I D’Ambrosi di Paese (Treviso), che portino il soprannome di Caldrèri, Biscaréti, Gustavi o
Bóte, hanno tutti una comune origine trentina. La scoperta è frutto di un’approfondita
ricerca effettuata negli archivi parrocchiali di Paese e di Pellizzano (Trento) per ricostruirne
la genealogia. “10 Novembre 1762. Giacomo figlio del q. m Ambrosio di Val de Sol d’anni 52
in circa, munito dei SS. Sacramenti e della Benedizione Papale, in acto mortis rassegnato
al divin volere, passò da questa all’eterna vita e fu sepolto in questo Cemiterio alla
presenza del R.mo Rettore, e questo fu abitante in Sovernigo”. È questo l’atto che
testimonia a Paese la provenienza dei D’Ambrosi: la Val di Sole, in Trentino. Giacomo,
nato l’11 Luglio 1706, era sicuramente un bravo cristiano e persona tenuta in
considerazione, dato che al suo funerale partecipò il Rettore (parroco) in persona, mentre i
funerali degli altri defunti registrati nelle stesse pagine del “liber mortuorum”, furono
celebrati dal cappellano Don Gianleonardo Cimarrosti. Si apprende inoltre che la sua
abitazione era in Sovernigo, il più antico borgo di Paese.
Giacomo di Ambrosio proveniva quindi dal Trentino. A ribadirlo è inequivocabilmente l’atto
che segue: “1741, 12 Febbraio. Appolonia figlia di mis. r Giacomo Ambrosi de Pellizzan
sotto Trento, e di Domenica jugali ora abitanti in Paese, nata la notte antecedente alle ore
8 in c. a fu battezzata da me Don Antonio Vendramini Cappellano, e tenuta al Sacro Fonte
da mis. r Giacomo Bontempel de Pellizzan suddetto”. Il capostipite dei D’Ambrosi di Paese,
e forse di tutte le famiglie omonime del Veneto, era quindi originario di Pellizzano, comune
della Val di Sole, provincia di Trento. Come detto, era sicuramente una persona stimata e
borghese, o comunque considerata tale, visto che davanti al nome fu posto il titolo di
missier. Tutto fa supporre che si trattasse di un “artista”, così erano chiamati a quel tempo
gli artigiani e, dal soprannome che prese la famiglia - “Caldrer” - appare inequivocabile il
fatto che si trattava di un calderaio.
Apollonia fu la prima dei suoi figli a nascere in terra trevigiana. Se ne deduce quindi che
sia giunto a Paese intorno al 1740.
Giacomo era figlio di Ambrogio (1674-1755) e di Apollonia Bontempelli (1677-1719),
ambedue da Pellizzano. Il precursore, ossia il primo della lunga stirpe era Giovanni (1490),
nato in Pellizzano e deceduto prima del 1542. Giovanni generò Alessandro (1520), e
Ambrogio (1525) che fu genitore di Francesco (1555), quindi Domenico, Giovanna (1590)
e Antonio (1562). Da Domenico derivò Ambrogio il marito di Marta. I due misero al mondo
sei figli: Nicolò, Pangrazio (1620), Francesco (1625), Giacomo (1630), che si sposò con
Maria (1641-1736) di cui non si conosce il cognome, e Domenica (1633). Da Giacomo e
Maria vennero al mondo tre femmine e un maschio: Marta (1672), Giovanna (1677-77) e
ancora Giovanna (1678), ma anche Ambrogio il marito della Bontempelli, che furono i
genitori di Giacomo “de la val del Sol”, ed inoltre di Maria (1716-92), di Caterina (1717) e
di Giovanni (1719-19). Una lunga genealogia quella degli Ambrosi, di cui si hanno tracce
risalenti al 1350. Giacomo Ambrosi e Domenica Pangrazzi (1710) si sposarono il 1°
Settembre 1733 nella chiesa di Pellizzano prima di scendere a valle, in cerca di fortuna
verso Venezia, dando origine ad una lunga discendenza che tuttora prolifica soprattutto in
Paese - dove il cognome mutò in D’Ambrosi -, ma anche nella stessa Venezia, in Treviso
e in Ponzano Veneto.
[...] Tre rami dei D’Ambrosi di Paese si dipartirono dal ceppo di Giacomo fiorendo con
Ambrosio (1734-1808), Antonio (1746-1809) e Pietro (1750-1805). Tutti questi discendenti
di sesso maschile sono identificati da un comune denominatore: la paternità di figli di
nome Giobatta, a testimoniare che in precedenza in famiglia c’era stato un omonimo, forse
un fratello di Giacomo. Si aggiungono pure due figlie di Giacomo “de la val del Sol”:
Apollonia (1741) e Maria (1743).

I tre figli di Giacomo furono progenitori di tre nuovi rami dei D’Ambrosi, ma di questi solo
quello di Antonio proliferò in Paese, gli altri presero destinazioni diverse. A Paese quello di
Pietro si ferma ai primi decenni dell’Ottocento, mentre Ambrosio, pur essendosi sposato
tre volte, non andò oltre il XVIII secolo.
[...] Giuseppe Paolo (1939) è il più giovane dei discendenti maschi di Pietro. Emigrò in
Australia nel 1960, all’età di ventuno anni. Da lui vengono le memorie di questo ramo dei
D’Ambrosi.
Era il governo di quello sterminato paese a richiedere lavoratori, soprattutto contadini per
le grandi piantagioni, ma anche carpentieri, muratori, falegnami, operai, ecc. Una volta
arrivati non era scontato trovare subito lavoro, a meno che non si fosse appoggiati da
amici o parenti emigrati in precedenza. Talvolta passavano dei mesi prima di essere
assunti. Era allora che i più ripiegavano verso le piantagioni di tabacco o di canna da
zucchero, un lavoro duro e massacrante, tanto che molti preferivano lavorare nelle miniere
a 40° e nell’umidità piuttosto che stare ore e ore ad abbrustolirsi al sole.
Negli anni cinquanta/sessanta, per andare in Australia si partiva da Genova con le navi
“Sidney” o “Roma”, che portavano circa mille passeggeri, quindi, attraversato il canale di
Suez, si scendeva attraverso l’Oceano Indiano finché dopo circa un mese si approdava al
porto di Perth. Giunto quindi a Sidney, nel Nuovo Galles del Sud, Giuseppe fece il
saldatore meccanico nel settore della petrolchimica.
[...] Giuseppe e Jannette abitano ora (2018) nella Costa d’Oro australiana, un centinaio di
chilometri a sud di Brisbane. Il D’Ambrosi, discendente in linea diretta da Ambrogio e
Teresa Tristi, è membro del COMITES (Comitati degli Italiani residenti all’Estero), istituto
che dipende dal Ministero degli Esteri Italiano per la diffusione della cultura e della lingua
italiana, una delle otto riconosciute ufficialmente dal Governo Australiano...
La storia completa di questa famiglia si trova nel IV volume “Famiglie d’altri tempi”, richiedibile all’autore:
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