Dal Colle ("Còi")

LA FAMIGLIA DAL COLLE (“Còi”)

[...] Gli antesignani dei “Coi” - così sono tuttora soprannominati i Dal Colle a Castagnole -
erano Domenico e Maria, nati intorno alla metà del XVIII secolo probabilmente a Porcia di
Pordenone, come si legge in alcune annotazioni e atti rinvenuti in Fossalunga di Vedelago
(Treviso), dove si spostarono i figli Francesco e Giuseppe (1772-1852) con le loro famiglie.
E sono proprio gli atti di battesimo rinvenuti nell’archivio parrocchiale di Fossalunga a
rivelare la loro provenienza: “Addì 24 Novembre 1817. Giacomo figlio di Francesco del fu
Domenico Dal Col, e di Francesca del fu Osvaldo Ceschiato sua legittima consorte,
maritati li 25 9bre 1799 nella Parrocchia di Porcia, nato ieri alle ore 8 antimeridiane, fu oggi
battezzato da me Don Guarino De Lotto cooperatore de licentia Parr.i. Padrino fu Santo di
Antonio Basso di questa parrocchia”.
Furono quindi i fratelli Francesco e Giuseppe – il secondo era sposato con Pasqua Dal
Bello – a fare una fugace apparizione in Fossalunga, appena il tempo di mettere al mondo
qualche figlio, prima di spostarsi nuovamente verso altre località dove si poteva sbarcare il
lunario lavorando terre per conto di qualche signorotto. Della famiglia di Francesco non è
stato possibile seguire le tracce, mentre di Giuseppe è certo che arrivò in Castagnole
dando inizio ad una corposa discendenza, tuttora ben radicata nel territorio di Paese, ma
anche nell’America del Sud.
Figli di Giuseppe e Pasqua erano, oltre ad Antonio (1819-90), che nel 1846 sposò in
Castagnole Teresa Miglioranza, Maria Giovanna (1806-79) moglie di Angelo Galliazzo,
Domenica maritata con Andrea Miglioranza (1808), quindi Anna e Regina, poi Giovanna
(1821) che si accompagnò a Luigi Baldassin, Teresa (1825), e altri tre di sesso maschile:
Celestino (1822) che mise su famiglia sposando Maria Cucchetto, Domenico che prese in
sposa Pasqua Ogniben, quindi Giuseppe (1830) che sposò Anna Pivato. Dato che Antonio
e Teresa Miglioranza non ebbero figli, furono questi tre i capicordata di altrettanti nuclei dei
Dal Colle che appaiono in queste pagine.
[...] I Dal Col arrivarono nella frazione di Paese nei primi anni del XIX secolo, quando
Castagnole faceva comune con Porcellengo, sotto il dominio napoleonico. Il primo nato in
Castagnole, infatti, è Antonio del 1819, mentre le sorelle Maria, Giovanna, Anna e Regina
erano nate in Fossalunga.
Mentre Antonio non ebbe la gioia di diventare padre, e di Giuseppe, il più giovane, sono
registrati soltanto tre figli, a rimpinguare la discendenza furono soprattutto Celestino e
Domenico, capostipiti di due nuovi fondamentali rami della famiglia che ancora oggi
protendono i loro rami in Italia e nel mondo. Come i più erano contadini, questo è pacifico,
anche se non è saputo per conto di quale possidente lavorassero: la terra, più preziosa
dell’oro, era appannaggio di pochi fortunati che la possedevano. In quegli anni, infatti, i
decreti napoleonici avevano espropriato tanti ordini ecclesiastici delle loro rendite
considerate parassitarie, terre e case andarono così in premio ai sostenitori politici e
militari. Questi le davano in affitto ai braccianti perché le facessero fruttare in cambio di
una parte del raccolto.
[...]Luigi, oltre che villico era un bravo falegname. Costruiva soprattutto carri agricoli e altri
arnesi per l’agricoltura, ma il lavoro era scarso perché i più i propri strumenti da lavoro se li
costruivano da sé, conseguentemente di soldi non ne giravano molti e Luigi era sempre
più preoccupato, a tal punto che la relazione con la sua sposa ne risentì, mentre i
componenti della famiglia aumentavano di anno in anno. Disperato, agli albori del nuovo
secolo pensò di andare a lavorare in Austria, a Eisenerz 1 , per fare il boscaiolo dove già si
trovava il figlio Giuseppe. Spaccava legna anche con i rigori invernali, ma si spaccava
anche la schiena e una volta rischiò perfino il congelamento dei piedi. Ritornato

1 Eisenerz è un paesino sperduto tra le montagne della Stiria, ad una cinquantina di chilometri sopra Graz.

temporaneamente a casa senza tuttavia aver risolto i problemi economici ed incapace di
trovare una soluzione, fu Leonilda, donna di grande temperie - e come poteva non esserlo
una mamma che aveva portato a termine quindici gravidanze! - spalleggiata dai figli
maggiori a prendere una decisione risolutiva: emigrare in Argentina dove già era andato
nel 1886 il cognato Giovanni, il quale scriveva che di terra da lavorare ce n’era fin troppa,
laggiù nella pampa sconfinata. Giovanni si era sistemato nella provincia di Buenos Aires
facendo il contadino ed il norcino.
[...] A fine Ottocento il governo argentino concedeva ancora una porzione di terra a tutti gli
immigrati che s’impegnavano a farla fruttare e molti accolsero questo invito, anche se si
trattava di una vita assai dura. Era un’opportunità per chi in Italia non possedeva nulla e
aveva sempre dipeso dai proprietari terrieri ai quali andava il grosso del ricavato del
proprio sudato lavoro.
Colse pertanto l’occasione anche Leonilda Miglioranza con i figli, ma senza il capofamiglia.
Partirono con tante speranze nel 1902 assieme alla moglie di Giovanni, Giovanna Severin
e le sue figlie e fu così che la famiglia di Giovanni si ricompose. In Castagnole rimasero
anche i figli di Luigi, Giuseppe e Giuseppina. Giuseppe, che doveva ancora assolvere il
servizio militare, progettava una famiglia con la compaesana Filomena Genoveffa
Bandiera (1884) di Valentino; Giuseppina invece era già fidanzata con Giovanni Bianchin,
figlio di Giovanni e di Santa Crespan, ed era in vista del matrimonio.
Fatto è che, assolto il servizio militare nel 1903, Giuseppe si sposò l’11 febbraio 1905 e
pochi mesi dopo, accasatasi la sorella il 24 febbraio 1906, raggiunse i suoi congiunti in
Argentina, nel sud della provincia di Santa Fe, poi si recò a Gálvez per certificare
civilmente il suo matrimonio ed avere quindi diritto a rilevare un pezzo di terra.
Ricongiuntosi con la famiglia a Correa, un piccolo paese in periferia di Santa Fe, si mise a
lavorare alacremente conscio che quello era l’unico modo di costruire un futuro per sé e
per la sua famiglia...
La storia completa di questa famiglia si trova nel IV volume “Famiglie d’altri tempi”, richiedibile all’autore:
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