Gnocato (Catani)

[…] In Italia gli Gnocato sono diffusi quasi esclusivamente in provincia di Treviso, con maggior consistenza nel comune di Paese, in particolare nella frazione di Castagnole, dove però emerge la provenienza da Monigo, frazione di Treviso, comune che si colloca attualmente al secondo posto, seguito da Vedelago e Villorba. 

[…] Gli Gnocato di Paese-Castagnole sono soprannominanti “Cattani”, un nomignolo che proviene dall’omonimo cognome. La più antica testimonianza del soprannome è messa nero su bianco in un atto di matrimonio di Monigo: “Mercoledì li 6 Giugno 1821. Lorenzo Gnocato d:to Catani, figlio del decesso Angelo, e della viva Margarita Breda jugali, nato e battezzato in Duomo di Treviso …

[…] Gli Gnocato arrivarono a Castagnole per prendere in carico, da fittavoli, la terra del Dr. Domenico D’Alessi: una quarantina di campi, in vari appezzamenti e località, con casa colonica in cui andarono ad abitare. L’edificio si trovava in Via Falzadèl, laterale di Via Grotta, non molto lontano dall’osteria già di Rossetto, e si presentava con due grandi archi al centro che identificavano l’ampio porticato attraverso il quale si accedeva alle stalle, al granaio e al fienile. In un’ala c’era l’abitazione dei coloni, con cucina e stanze da letto. Qui arrivarono dunque, intorno al 1870, i figli di Angelo Gnocato e di Marina Rizzato, provenendo da Monigo e probabilmente vi portarono pure i genitori. È tuttavia documentato che sette dei loro figli si coniugarono in Castagnole. Ci fu un periodo in cui, con lo sviluppo dei vari nuclei, quell’aggregazione arrivò a contare una cinquantina di consanguinei. Così almeno si racconta e scorrendo la genealogia ogni dubbio viene sfatato.

Cinque furono i figli di sesso maschile che diedero continuità alla stirpe Gnocato, di uno però – Remigio (1848) – non si sono trovati discendenti in Castagnole e perciò si deduce che non abbia avuto figli, dato che pare sia sempre vissuto nella medesima località fino alla morte (1920). Al contrario, gli altri quattro fratelli ebbero ognuno una lunga posterità che prosegue tuttora anche in tempi di bassa natalità. Uno di questi, Giovanni (1848), nel novembre 1878 sposò Lorenza Emilia Visentin (1857), figlia di Liberale e di Maria Artuso. Dalle pubblicazioni matrimoniali si apprende che l’uomo era nato in Monigo il 3 giugno 1848 e che fu militare fino al 1876, anno in cui, levatosi la divisa, si trasferì a Castagnole, dove alcuni fratelli si trovavano fin dal 1870. Si completava proprio allora l’Unità d’Italia.

Il terzo figlio maschio di Angelo era Lorenzo (1850) che sposò Angela Visentin (1852), sorella della moglie di Giovanni, ed è proprio dall’atto prematrimoniale che si apprende dell’arrivo in Castagnole, nel 1870, della famiglia Gnocato. Vi si legge, infatti: “Gnoccato Lorenzo di Angelo e Marina Rizzato nato in Monigo il 4 Dicembre 1850 da dove in età di anni 20 si trasferì in Castagnole dove poi sempre domiciliò, cattolico, villico, nubile…”.

Il quarto di sesso maschile era Antonio Giuseppe (1852-1926), che sposò un’altra figlia di Liberale Visentin e di Maria Artuso: Teresa (1856). Tre fratelli Gnocato sposarono dunque tre sorelle Visentin. Nell’atto di matrimonio di Antonio e Teresa si ha la conferma che la famiglia si trasferì in Castagnole nell’anno suddetto.

Il più giovane dei figli maschi di Angelo e Marina era Eusebio (1861-1933), che nel 1895 sposò Sofia Gagliazzo di Giuseppe, da Santa Cristina di Quinto di Treviso.

[…] Lasciando al lettore la soddisfazione di scorrere il rigoglioso albero genealogico, diremo che da Via Falzadel, Mosè e Angelo, con i loro nuclei che continuavano ad ingrossarsi, andarono ad abitare poco lontano, in Via Grotta dove il D’Alessi possedeva un’altra casa colonica, continuando tuttavia a lavorare la stessa terra, perché dei componenti della famiglia Gnocato tutto si potrà dire ma non che non andassero d’accordo tra loro.

Angelo fece il militare nel 55° Rgt. Fanteria di stanza in Via Canova a Treviso, accumulando ben otto anni di guerra. Come accennato sopra si trovava sulla nave Principe Umberto quando, al ritorno dall’Albania fu silurata e affondata. Poco importava ai suoi comandanti se gli era toccata un’esperienza simile: la Patria non ammetteva titubanze ed esigeva i suoi eroi per forgiare la società ai più alti ideali. Angelo, che già si era conquistato una croce di guerra e una medaglia di bronzo in Libia nella Guerra Italo-Turca (1911-13), il 24 Maggio 1915, alla dichiarazione di guerra, con il suo reggimento, inquadrato nella Brigata “Marche”, si trovò nell’alta Valle Anziei, attestato fianco a fianco con gli Alpini del 7°, partecipando alla sanguinosa battaglia di Monte Piana e zona delle Tre Cime di Lavaredo, che si svolse dal 15 al 20 luglio, e poi in Novembre dello stesso anno a combattere nella quarta Battaglia dell’Isonzo. Qualche mese dopo – inizi del 1916 – fu inviato in l’Albania per concorrere alle operazioni di salvataggio dell’esercito serbo ed è in questa circostanza che, rientrando nel mese di Giugno, si trovò naufrago in mare. […]

(Parte di storia degli Gnocato tratta dal ° volume “Famiglie d’altri tempi”. Info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)

 

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