Pivato

Pivato, un cognome che potrebbe trovare la sua radice in piva, costruttore o suonatore dello strumento a fiato degli zampognari, ma che potrebbe derivare anche da un modo di comportarsi: “fare la piva”, un detto dialettale che significa “tenere il broncio”… […]

A Paese (Treviso) questo cognome era presente già nel XVII secolo: “Adi 31 8bre 1697. Domenico figlio di Bastian Pivato e di Lucia sua legittima consorte natto jeri a mezza notte in circa fù battezato da D. Gio.n Battista C… de licentia. Padrino Domenico Loro”. È l’atto di battesimo conservato nell’archivio parrocchiale che testimonia di una longeva presenza.

Il nome Domenico, tramandato di generazione in generazione sia al maschile sia al femminile, si protrarrà per altri tre secoli nella famiglia Pivato come si può notare scorrendo l’albero genealogico. Il 26 Novembre 1759 si univano in matrimonio a Paese Liborio figlio di Zuanne Mattarucco et Domenica figlia di Carlo Pivato.Il 23 Novembre 1842 si univano in matrimonio Domenico Pivato del fu Pietro e della vivente Carniato Maria nato il 15 9bre 1818 e sempre domiciliato a Monigo con Pietrobon Maria Luigia di Giobatta e De Lazzari Regina nata li 9 giugno 1822. Il 24 Maggio 1894 nasceva Domenico Angelo Pivatto di Ferdinando di Antonio e di Domenica Mardegan, fu padrino Roberto Poratto. E il 20 7bre 1903 veniva al mondo Domenico Antonio di Luigi Pivato e di Silvello Rosa, fu padrino Bellio Felice; il 16 novembre 1932, si coniugò con Antonia Nasato di Luigi. Un altro lo troviamo nel 1920 sia pur come secondo nome: Luigi Domenico (1920), figlio di Eugenio di Ferdinando e di Ester Berti di Antonio, che si sposò nel 1948 a Pezzan d’Istrana con Giulia Pozzobon con la quale emigrò in Canada e poi, rimasto vedovo, sposò in seconde nozze, il 20 novembre 1969 a St. Sebastian Church in Toronto, Luigina Peluso. Non da meno furono tuttavia i Giovanni e i Giuseppe.

Un’altra caratteristica dei Pivato è lo straordinario ripetersi dei parti gemellari, perfino due trigemellari, una vera costante degli ultimi due secoli, anche se il più delle volte i neonati morivano di pochi giorni o addirittura di poche ore. Tra il 18 e il 19 aprile 1878 Rosa Pavan moglie di Antonio Pivato metteva alla luce tre neonati: Giuseppe, Genoveffa Catterina e Candida Catterina Maria, ma due se ne andarono all’altro mondo di pochi giorni. Lo straordinario evento si ripeté il 19 luglio 1950 in casa di Dino e Domenica Vendramin con l’arrivo di Mario, Dino e Danilo; tutti deceduti dopo un’ora di vita. Un parto gemellare c’era stato anche nella coppia Fiorino (1836) di Pietro e Maria Elisabetta Severin (1837) di Bernardo detto “Bai”, sposati il 12 febbraio 1866, ai quali arrivarono due infanti in “parto precoce” che presero il nome di Giovanni I e Giovanni II. Furono battezzati il 17 luglio 1876 dalla levatrice Maria Zago prima che se ne tornassero nel mondo dal quale erano appena venuti. I due coniugi ebbero in tutti otto figli più un prematuro, nati tra il 1862 e il 1882, ma di questi sopravvisse di certo soltanto la terzogenita, Maria Ginevra (1873), un altro potrebbe essere stato Ettore Maria (1871), ma di questo non si hanno maggiori notizie e quindi si potrebbe trattare di un ramo dei Pivato che si estinse. 

[…] Bastian Pivato e Lucia - di cui non è noto il cognome -, vissuti nella seconda metà del Seicento, furono quindi le radici di una lunga e diramata discendenza che si va allargando ancora oggi, e non solo in Italia ma anche in Canada. Questa ricerca storica nasce infatti per iniziativa di una figlia di Renato Pivato (1932-2004), emigrato in quella nazione negli Anni Cinquanta del secolo scorso per dare un senso alla propria vita dato che in Patria ciò gli era precluso da un’economia assai debole, dissanguata da due disastrose guerre.

Pur essendo molto longevi a Paese, non tutti i Pivato vissero sempre in questa località perché anche una volta si emigrava spostandosi dove c’erano terre da lavorare. Riguardo ai membri della famiglia attuale, si sa per certo che discendono dai capostipiti Pietro di Antonio e Maria Carniato di Monigo. La ricostruzione è stata possibile grazie all’atto di decesso che segue: “17 Marzo 1905. Pivato Antonio dei furono Pietro e Carniato Maria, di anni 70, marito di Pavan Rosa, ricevuti tutti i conforti religiosi, moriva li 15 corrente ore 15, ed oggi fu sepolto in questo cimitero, cantato il Notturno e la Messa de obitu e date le assoluzioni di rito. Don Guarino Gobbo”

Fratello di Pietro era Giovanni, marito di Catterina Ceccato, coppia pure sposata a Monigo.

A mettere radici in Paese fu la coppia Pietro e Maria Carniato dando un grosso impulso allo sviluppo del casato; generarono cinque figli tra i quali Giuseppe, che si sposò il 19 febbraio 1862 con Pierina De Marchi (1836). […] Giuseppe però rimase presto vedovo, dato che partorendo Maria Luigia, nel 1864 morirono per complicanze sia la madre sia la neonata. […] Quarto venne ad aggiungersi Antonio (1835-1905), che aveva preso il patronimico del nonno, il marito di Pasqua. Antonio, che precedette il già citato Fiorino marito di Maria Elisabetta Severin, si congiunse in matrimonio a Santa Bona (Treviso) il 27 gennaio 1863 con Rosa Pavan (1840). Fu questa coppia ad all’allargare notevolmente i Pivato generando dodici figli tra il 1863 e il 1878, ma almeno quattro di essi se li prese la spietata “Mietitrice” di giovani vite.

E a proposito di mortalità infantile i Pivato detenevano un infausto primato, dato che almeno sedici dei ventotto discendenti generati dai tre fratelli Giuseppe, Antonio e Fiorino se ne andarono assai velocemente. […]

(L’epopea di questa famiglia si trova nel 4° vol. “Famiglie d’altri tempi”. Info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)

 

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