Silvello (“Frasséti” e “Fajàni”)

Silvello Frasseti 1948 w“Adì 27 Luglio 1720, Paese. Andrea figlio di Antonio Silvello s’è congiunto in matrimonio con Maria figlia del fu Mattio Francescato, oriunda della Parrocchia di Padernello, hora ambi di questa Parrocchia. Premesse le solite pubblicazioni tanto in questa quanto in quella di Padernello e non opposto alcun impedimento... con l’assistenza di me Parroco Curato e degli infrascitti testimoni”. Antonio, padre di Andrea, era probabilmente fratello di Domenico che sposò Laura Vettorello.
Andrea era nato nel 1696 e andò all’altro mondo il 28 agosto 1759 all’età di sessantatre anni, dopo aver generato almeno due figli di sesso maschile, Antonio e Giacomo, nomi che si tramandano tuttora, con i Luigi, Domenico, Giuseppe e Giovanni, a distanza di oltre tre secoli, nella lunga discendenza dei Silvello.
Silvello è un cognome poco diffuso a livello nazionale, compare solo in una trentina di comuni. Il nucleo più consistente di famiglie si trova tra il Vicentino e il Trevigiano, qualcuno anche in Trentino, altri in Lombardia e in Piemonte e pure in Valle d’Aosta, ma si tratta di emigrazioni in quello che era considerato il Triangolo Industriale. Qualche famiglia Silvello si è diramata anche in Umbria, Lazio e Puglia, veneta di origine.
Silvello deriva molto probabilmente da selva, bosco, anzi boschetto, piccola selva. È intuibile che gli antenati di questa dinastia abitassero nelle vicinanze di una zona boscosa. A Selva, per esempio, frazione di Volpago del Montello, ai piedi della boscosissima collina, anche se attualmente nessun cognome Silvello appare in questo comune. A Volpago nasce però il soprannome dei Silvello, “Frasséto”.
[...] A Paese i Silvello sono soprannominati “Frasséti”, da Frassetto appunto, e altri “Fajani”, da Faggian. In ogni modo, che si chiamino Frasseti, Fajani o semplicemente Silvello, è certo che hanno un’unica radice, come emerge dalla ricerca genealogica.
Fajan - o Faggian - era il soprannome della famiglia di Luigia De Marchi (1857) da Padernello, moglie di Arminio Giuseppe Silvello (1852), figlio di Luigi e di Pasqua Nasato. Per distinguere questo ceppo Silvello da altri omonimi, la gente li individuò con il soprannome “Fajani”. I “Fajani” di Padernello, ossia i De Marchi, abitavano nell’attuale Via Roncalli, poco oltre l’oratorio di San Luca. Loro vicini di casa erano i Trombetta, i Mussato, i Pozzobon (“Paolin” o “Pagoin”).
Molto più longevo è il nomignolo Frasséto, che trova il suo focolaio in Maria, figlia di Zuanne Frassetto da Volpago, moglie di Andrea Silvello (1756-1814), figlio di Giacomo (1729-93) e di Giustina, “figlia di Domenico del fu Baldissera Margutta e di Santa.
Giacomo e Giustina si unirono in matrimonio il 10 maggio 1751, cioè qualche decennio prima della Rivoluzione Francese. Era questa l’era che precedette le prime invenzioni tecnologiche. Maria Teresa, imperatrice dei Romani, regina apostolica d'Ungheria e Boemia, imperatrice d'Austria, granduchessa di Toscana, signora del Milanese e del Mantovano era sul trono da pochi anni. Il suo regno era iniziato nel 1740, quand’era una ragazza appena ventitreenne, ottima amazzone, buona musicista, vivace d'intelligenza, ma impreparata ai complessi giochi della politica e della diplomazia di un'Europa ancora frantumata in signorie e piccoli stati.
Varie generazioni di Silvello si susseguirono nei secoli XVIII e XIX, con molti imparentamenti dovuti ai matrimoni. In ragion di ciò i Silvello instaurarono strette relazioni con i Lazzaron, Michielin, Visentin (“Zanini” e “Momi”), Pietrobon, Cendron, Bertelli, Pozzobon, De Marchi, Furlan, Boffo, Nasato, Mazzobel, Miotto, Vendramin, Favero, Baratto, Rossetto, Pasqualetto, De Zuliani, Zuccato e tanti altri.
[...] Angelo, durante l’occupazione nazista, aveva militato nelle brigate partigiane. Nel dopoguerra gli fu conferita una onorificenza che fu ritirata presso il distretto militare di Treviso dalla sorella Maria poiché egli si trovava già da qualche tempo in terra di emigrazione. Durante la Liberazione, con i tedeschi in fuga lungo la Castellana, la famiglia di Giovanni al completo si era barricata in casa, addossando alla porta d’ingresso tutti i mobili e gli arnesi che possedeva. Erano i giorni in cui ci furono nei pressi della loro abitazione anche delle scaramucce, durante le quali si ebbero dei morti.
In Australia Angelo conobbe la romana Marcella Francesca Galea, una poliglotta nata in Egitto da genitori italiani, emigrati laggiù su invito del regime mussoliniano. Con lei Angelo salì all’altare a Botany, quartiere di Sidney, matrimonio celebrato il 5 giugno 1954 a St. Mari’s Cathedral. Nell’affascinante paese dei canguri sono nati quattro figli, Jhon, Giustino, Maria Teresa, Franco, residenti tuttora a Sidney. È il ramo australiano dei Silvello-Frasséti, l’unico che porta avanti per via maschile la discendenza di Giovanni e Giustina.
Giovanni lasciò questo mondo nel 1962, dopo aver sfacchinato per tanti anni senza risparmiarsi su quella terra non sua, ma che gli aveva permesso di coronare la sua storia d’amore e darsi una discendenza...

(La lunga e affascinante epopea dei Silvello è raccontata nel terzo volume Famiglie d’altri tempi, reperibile su www.macrolibrarsi.it)

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